Dopo i successi colti in tournée in Spagna e Italia, Zubin Mehta e l'Orchestra del Maggio tornano mercoledì 25 settembre, alle ore 20.30, al Teatro Comunale per aprire la seconda parte della Stagione 2013 del Maggio. Con loro il Coro del Maggio diretto da Lorenzo Fratini e il violinista cinese Dan Zhu, al suo debutto sul palcoscenico fiorentino, che eseguirà il Concerto in re maggiore op. 35 di Erich Korngold.
Il programma, con musiche tutte viennesi o caratterizzate da un emblematico e inconfondibile sigillo asburgico, rivela la visione di una Vienna vivace ed ‘ecclettica’, ovvero di una capitale che seppe offrire a compositori e musicisti le condizioni necessarie per maturare e approdare a esiti nuovi e rivoluzionari, tutti leciti e apprezzati, in un clima che favorì una tale tecnica e libertà espressiva, che permise a Arnold Schönberg di attuare per l’appunto una rivoluzione: quella che portò, all’inizio del Novecento, dalla musica tonale alla dodecafonia, attraverso la fase intermedia dell’atonalità.
Il concerto dunque propone diversi linguaggi musicali del periodo pre e post Schönberg, alternando autori popolari e brani raffinati, alcuni da molto assenti nelle stagioni del Teatro Comunale, ad esempio l’Ouverture da Die lustigen Weiber von Windsor (Le allegre comari di Windsor) non più eseguita dal maggio 1947.
Emergono solo alcune delle linee compositive più note a Vienna fra l’inizio dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, prima e dopo lo ‘scandalo’ suscitato dalla Kammersymphonie op. 9 di Schönberg, eseguita per la prima volta nel 1907, suscitando reazioni molto violente da parte del pubblico; la Kammersymphonie è il perno centrale, la composizione che permette di capire ed interpretare il programma di questo concerto: una sinfonia da camera per 15 strumenti, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto, clarinetto piccolo, clarinetto basso, fagotto, controfagotto, 2 corni, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso.
Zubin Mehta la diresse per la prima volta nel 1958, a Vienna, negli anni in cui il Maestro studiava con Swarowsky; a distanza di più di 50 anni, riaffiora l’importanza del repertorio viennese nelle corde e nella formazione del Direttore Principale dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che, con questo concerto, ha voluto rendere omaggio a Vienna, quella Vienna che conobbe, continuò a frequentare assiduamente, patria di un repertorio che Mehta continua a coltivare e debuttare (a poco più di un anno fa risale il debutto nel Der Rosenkavalier), fino a diventarne uno degli interpreti più apprezzati a livello internazionale.
Una precisazione è necessaria, Otto Nicolai era in realtà tedesco (nato a Königsberg e morto a Berlino) ma non fu solamente compositore, a Vienna divenne direttore d’orchestra e fondatore dei Wiener Philharmoniker.
Infine una novità: anche per i concerti serali, le guide all'ascolto ad ingresso gratuito al Piccolo Teatro. Alle 19.45 Marialuisa Pepi presenterà il concerto.Il programma, con musiche tutte viennesi o caratterizzate da un emblematico e inconfondibile sigillo asburgico, rivela la visione di una Vienna vivace ed ‘ecclettica’, ovvero di una capitale che seppe offrire a compositori e musicisti le condizioni necessarie per maturare e approdare a esiti nuovi e rivoluzionari, tutti leciti e apprezzati, in un clima che favorì una tale tecnica e libertà espressiva, che permise a Arnold Schönberg di attuare per l’appunto una rivoluzione: quella che portò, all’inizio del Novecento, dalla musica tonale alla dodecafonia, attraverso la fase intermedia dell’atonalità.
Il concerto dunque propone diversi linguaggi musicali del periodo pre e post Schönberg, alternando autori popolari e brani raffinati, alcuni da molto assenti nelle stagioni del Teatro Comunale, ad esempio l’Ouverture da Die lustigen Weiber von Windsor (Le allegre comari di Windsor) non più eseguita dal maggio 1947.
Emergono solo alcune delle linee compositive più note a Vienna fra l’inizio dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, prima e dopo lo ‘scandalo’ suscitato dalla Kammersymphonie op. 9 di Schönberg, eseguita per la prima volta nel 1907, suscitando reazioni molto violente da parte del pubblico; la Kammersymphonie è il perno centrale, la composizione che permette di capire ed interpretare il programma di questo concerto: una sinfonia da camera per 15 strumenti, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto, clarinetto piccolo, clarinetto basso, fagotto, controfagotto, 2 corni, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso.
Zubin Mehta la diresse per la prima volta nel 1958, a Vienna, negli anni in cui il Maestro studiava con Swarowsky; a distanza di più di 50 anni, riaffiora l’importanza del repertorio viennese nelle corde e nella formazione del Direttore Principale dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che, con questo concerto, ha voluto rendere omaggio a Vienna, quella Vienna che conobbe, continuò a frequentare assiduamente, patria di un repertorio che Mehta continua a coltivare e debuttare (a poco più di un anno fa risale il debutto nel Der Rosenkavalier), fino a diventarne uno degli interpreti più apprezzati a livello internazionale.
Una precisazione è necessaria, Otto Nicolai era in realtà tedesco (nato a Königsberg e morto a Berlino) ma non fu solamente compositore, a Vienna divenne direttore d’orchestra e fondatore dei Wiener Philharmoniker.
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