È il formidabile pianista rumeno Radu Lupu, uno dei più grandi interpreti del panorama internazionale, a suggellare la Stagione 2011-12 degli Amici della Musica di Firenze, presentandosi in un attesissimo recital che oltretutto rinnova la collaborazione fra la storica associazione concertistica e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Radu Lupu torna così a Firenze Sabato 5 Maggio (ore 20.30), per un concerto che si terrà nel Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, lo stesso spazio che ha già visto collaborare Amici e Maggio per la proposta delle Variazioni “Goldberg” di Bach interpretate da Andras Schiff. Per questo suo atteso ritorno, appuntamento del 75° Maggio Musicale Fiorentino, Radu Lupu si dedica anzitutto all’amatissimo Franz Schubert: quello dei Quattro Improvvisi op.142, pagina dell’ultima stagione creativa schubertiana che accoglie pensieri di ampio respiro e intenti espressivi che vanno al di là del mero intrattenimento suggerito dal titolo; e quello della Sonata in la minore D 845, anch’essa capolavoro dell’ultima stagione creativa schubertiana, pagina che soprattutto nei movimenti estremi vede stendersi malinconiche quanto inquiete ombre di morte. La serata prevede, fra i due pilastri schubertiani, una scelta inusuale nei programmi solitamente affrontati da Lupu: quella del Preludio, Corale e Fuga di César Franck, pagina grandiosa, che dietro il rigore formale suggerito da Bach in realtà accoglie ansie e rovelli tipici del gusto decadente di quell’Ottocento al tramonto.
Radu Lupu rinnova così la sua venticinquennale frequentazione con gli Amici della Musica di Firenze: molti ricorderanno la sua prima apparizione nel 1987, come solista nel Concerto KV 466 di Mozart, e da allora la sua presenza nei cartelloni della storica associazione è diventata una familiare consuetudine. Al Maggio Radu Lupu aveva già debuttato nel 1983 con un recital dedicato a Schumann e Schubert, nell’ambito della 46ma edizione del Festival.
Radu Lupu è stato un vero e proprio enfant prodige: i primi studi di pianoforte a sei anni, nella nativa Romania, il debutto come pianista a dodici, con un programma di musiche da lui stesso composte; e poi le vittorie consecutive nei concorsi Van Cliburn ed Enescu International, nonché il primo premio all’importante Concorso di Leeds. Da allora ha iniziato una brillante carriera internazionale, suonando abitualmente nelle più prestigiose sale da concerto, con le maggiori orchestre ed i più illustri direttori: con Karajan, per il debutto a Salisburgo, Muti, Barenboim, Giulini. Altro riconoscimento di rilievo è stato quello del Premio Abbiati (1989), conferitogli dall’Associazione Critici Musicali Italiani. Di spicco è anche la discografia del maestro, che conta diverse e preziose testimonianze interpretative spesso salutate con ammirazione dalla critica.
Radu Lupu rinnova così la sua venticinquennale frequentazione con gli Amici della Musica di Firenze: molti ricorderanno la sua prima apparizione nel 1987, come solista nel Concerto KV 466 di Mozart, e da allora la sua presenza nei cartelloni della storica associazione è diventata una familiare consuetudine. Al Maggio Radu Lupu aveva già debuttato nel 1983 con un recital dedicato a Schumann e Schubert, nell’ambito della 46ma edizione del Festival.
Radu Lupu è stato un vero e proprio enfant prodige: i primi studi di pianoforte a sei anni, nella nativa Romania, il debutto come pianista a dodici, con un programma di musiche da lui stesso composte; e poi le vittorie consecutive nei concorsi Van Cliburn ed Enescu International, nonché il primo premio all’importante Concorso di Leeds. Da allora ha iniziato una brillante carriera internazionale, suonando abitualmente nelle più prestigiose sale da concerto, con le maggiori orchestre ed i più illustri direttori: con Karajan, per il debutto a Salisburgo, Muti, Barenboim, Giulini. Altro riconoscimento di rilievo è stato quello del Premio Abbiati (1989), conferitogli dall’Associazione Critici Musicali Italiani. Di spicco è anche la discografia del maestro, che conta diverse e preziose testimonianze interpretative spesso salutate con ammirazione dalla critica.
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