Carissimo pubblico,
è un momento molto difficile per il Maggio e credo che servano cifre e informazioni precise. Eccone alcune, che sono fortemente diverse da quelle che sono state pubblicate in questi giorni e sono convinta meritino la Vostra attenzione.
Innanzitutto non sono utili strumentalizzazioni e falsità personali. Non mi trovo in Sud Africa, e mi sto occupando quotidianamente del nostro Teatro, come è ovvio che sia. La fantasia di chi usa la denigrazione come strumento negoziale è sempre fervida, ma qualche volta è davvero sconfinata. Una seconda falsità che serve correggere riguarda i costi della Direzione del Maggio. Tutti i miei collaboratori ed io costiamo al Teatro circa 430.000 Euro in meno della gestione precedente. È un risparmio doveroso e necessario ottenuto anche rinunciando al mio premio di risultato previsto in contratto e con la decurtazione da me decisa nel novembre 2011 del 15% del mio stipendio base.
Con riferimento agli Sponsor, Vi fornisco i dati oggettivi dello studio effettuato dall'Università Bocconi nel 2012 e che rileva un incremento di oltre il 500% dei ricavi del Maggio Fiorentino da Sponsor, rispetto alla gestione precedente. I risultati di questa attività sono naturalmente passibili di ogni giudizio, ma il confronto con gli altri Teatri indica che il Maggio è capace di coinvolgere il settore del privato, pur in un momento di forte crisi.
Sulla situazione economica: i contributi pubblici sono in picchiata da anni e non sono più plausibili i "salvataggi a posteriori" di cui anche il Maggio ha beneficiato in passato. Il Maggio, come ogni altra istituzione culturale finanziata dalla collettività, non può più prescindere da questo e deve garantire ai suoi finanziatori correttezza e trasparenza di gestione. In questo quadro vanno inseriti la razionalizzazione di tutti i costi del Teatro e l'accordo sulla riduzione di personale, firmato assieme a Regione, Provincia Comune di Firenze, CGIL e CISL, che ha già portato 35 lavoratori a scegliere volontariamente di lasciare il Maggio contro adeguati benefici economici e che ora deve essere rispettato da tutte le parti che lo hanno approvato e siglato. Il prezzo delle strumentalizzazioni di queste ore è un'insostenibile ricrescita del debito del Maggio, che ho trovato al mio insediamento nel 2010 pari a oltre 30 milioni di Euro, con pericolo per la produzione artistica, per tutta l'organizzazione e per l'insieme di coloro che ci lavorano. Il Maggio non può crescere, né sopravvivere, senza un'organizzazione più efficiente e più concentrata sull'eccellenza artistica, con attenzione al pubblico fidelizzato e ai nuovi pubblici. In questo quadro, le professionalità di cui siamo costretti a privarci sono tutte e solo di carattere tecnico-amministrativo; alle dieci persone messe in mobilità abbiamo preventivamente presentato l'accordo e la soluzione che era stata sottoscritta e scelta volontariamente anche dai precedenti colleghi.
Un'ultima riflessione, contro un'ultima falsità: nell'acredine delle polemiche, si dimentica anche la realtà in crescita costante del Maggio Musicale di oggi. È un'istituzione straordinaria, con un'eccellenza artistica apprezzata nel mondo, frutto del lavoro di tutti, insieme con il Maestro Mehta. Numerose le tournée internazionali negli ultimi due anni: siamo stati nominati dal Presidente Napolitano Ambasciatori della Cultura italiana nel mondo. Anche a Firenze, abbiamo lavorato duramente per ottenere, senza costi aggiuntivi, l'incremento della produzione e dell'apertura del Teatro al pubblico con il 20% in più di opere, balletti, concerti e spettacoli per bambini; il rilancio di MaggioDanza, un Festival che è passato da 3 a 6 opere nello stesso periodo e con una stagione 2013 definita da tutti, dal Maestro Mehta al sindacato, bellissima. Questo lo riconoscono i nostri abbonati annuali che sono aumentati e anche il nostro pubblico che ci segue con fedeltà, anche se certamente con una capacità mutilata dai ritardi della nuova sala e dall'inagibilità della vecchia.
Tutti i numeri del Maggio sono a disposizione sui nostri bilanci che ho deciso di pubblicare sul nostro sito con il consuntivo 2012.
Sono a disposizione per un confronto pubblico su ogni aspetto della nostra difficile situazione e dell'esperienza artistica di cui essere sinceramente orgogliosi. Di certo, servirebbe a parlare maggiormente del merito delle questioni, rinunciando a rifugiarsi in polemiche fantasiose che purtroppo non recano alcun beneficio ai conti e ledono invece il prestigio e il futuro di questa eccezionale istituzione italiana.
Con stima,
Francesca Colombo
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