L’Opera di S. Maria del Fiore, con la rassegna O flos colende, e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nell’ambito del Festival (l’edizione dell’80°anniversario), tornano ad unire le loro forze per un nuovo imperdibile appuntamento musicale, venerdì 14 giugno 2013, ore 21.15, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore (ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili).
Il concerto sfrutterà gli effetti di risonanza, garantiti dagli immensi spazi architettonici del Duomo di Firenze, in un raffinato omaggio a tre grandi compositori, accomunati dai loro anniversari, che hanno indagato il repertorio sacro, con esiti stilistici fra loro assolutamente differenti, ma ciascuno dotato di un suo particolare fascino: Giuseppe Verdi (200° anniversario della nascita), Benjamin Britten (100° anniversario della nascita) e Francis Poulenc (50° anniversario della morte).
Protagonista del concerto è il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, guidato dal nuovo direttore Lorenzo Fratini, con la collaborazione di Andrea Secchi all’organo: una formazione corale di assoluto prestigio, per offrire l’ascolto di tre modi di vivere in musica la spiritualità. Innanzitutto, quella sobria e ispirata di Poulenc, nell’occasione rappresentata dalle Litanies à la Vierge Noire, dove antichi modi conoscono inflessioni moderne, dalle severe Laudes de Saint Antoine de Padoue, dai suggestivi Quatre motets pour le temps de Noël, e infine dal Salve Regina, del 1941, che ancora oggi si propone come un commosso rifugio agli orrori della guerra.
Verdi e il suo problematico rapporto con la religione è qui testimoniato dal Requiem e dall’Agnus Dei, trascritti per organo (anche da Franz Liszt), tratti dalla drammatica e celeberrima Messa da Requiem, ma anche dal Pater noster composto per un sobrio coro a cappella.
La scelta dei brani di Britten permette infine di apprezzare l’eleganza di scrittura e la purezza vocale di un compositore del Novecento ancora troppo poco apprezzato in Italia: un percorso che va dal 1930 ai primi anni Quaranta, partendo dal candore dell’Hymn to the Virgin, uno dei primi brani sacri del compositore inglese, proponendo la polifonia più massiccia dell’Hymn to St. Peter, dalla suggestiva Antiphon, e giungendo infine al Festival Te Deum, brano dallo slancio gioioso scritto nel 1944 per la chiesa di San Marco a Swindon.
Il concerto sfrutterà gli effetti di risonanza, garantiti dagli immensi spazi architettonici del Duomo di Firenze, in un raffinato omaggio a tre grandi compositori, accomunati dai loro anniversari, che hanno indagato il repertorio sacro, con esiti stilistici fra loro assolutamente differenti, ma ciascuno dotato di un suo particolare fascino: Giuseppe Verdi (200° anniversario della nascita), Benjamin Britten (100° anniversario della nascita) e Francis Poulenc (50° anniversario della morte).
Protagonista del concerto è il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, guidato dal nuovo direttore Lorenzo Fratini, con la collaborazione di Andrea Secchi all’organo: una formazione corale di assoluto prestigio, per offrire l’ascolto di tre modi di vivere in musica la spiritualità. Innanzitutto, quella sobria e ispirata di Poulenc, nell’occasione rappresentata dalle Litanies à la Vierge Noire, dove antichi modi conoscono inflessioni moderne, dalle severe Laudes de Saint Antoine de Padoue, dai suggestivi Quatre motets pour le temps de Noël, e infine dal Salve Regina, del 1941, che ancora oggi si propone come un commosso rifugio agli orrori della guerra.
Verdi e il suo problematico rapporto con la religione è qui testimoniato dal Requiem e dall’Agnus Dei, trascritti per organo (anche da Franz Liszt), tratti dalla drammatica e celeberrima Messa da Requiem, ma anche dal Pater noster composto per un sobrio coro a cappella.
La scelta dei brani di Britten permette infine di apprezzare l’eleganza di scrittura e la purezza vocale di un compositore del Novecento ancora troppo poco apprezzato in Italia: un percorso che va dal 1930 ai primi anni Quaranta, partendo dal candore dell’Hymn to the Virgin, uno dei primi brani sacri del compositore inglese, proponendo la polifonia più massiccia dell’Hymn to St. Peter, dalla suggestiva Antiphon, e giungendo infine al Festival Te Deum, brano dallo slancio gioioso scritto nel 1944 per la chiesa di San Marco a Swindon.
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