Questa la lettera che Mario Martone ha inviato al Direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini, pubblicata oggi dal quotidiano.
Gentile Direttore,
nell’articolo di Chiara Dino del 19 novembre si lascia intendere che potrebbero esserci altre ragioni, dietro quelle personali, per le quali avrei deciso di non mettere in scena, come previsto, La donna senz’ombra che aprirà la prossima stagione del Maggio. Purtroppo non è così. Nel corso del 2009 mio padre si è ammalato ed è morto due mesi fa, la necessità di stargli vicino il più possibile ha portato dei forti ritardi nella realizzazione del film a cui sto lavorando da anni e questo mi ha reso impossibile studiare l’opera di Strauss con la dovuta cura nei tempi necessari all’allestimento. L’esperienza che ho avuto al Maggio con l’Antigone è stata una delle più felici della mia vita artistica e professionale, e sarei tornato con immensa gioia a lavorare a Firenze su un’opera così bella e con la guida di un grande maestro come Zubin Mehta. I dirigenti del Maggio sono stati comprensivi ed affettuosi nei miei confronti, e di questo li ringrazio molto. Spero tanto che ci sia una nuova occasione in futuro: intanto, a maggio, verrò ad applaudire Yannis Kokkos, artista straordinario. Non poteva esserci scelta più felice, a mio avviso, per mettere in scena La donna senz’ombra.
Cordiali saluti,
Mario Martone
Gentile Direttore,
nell’articolo di Chiara Dino del 19 novembre si lascia intendere che potrebbero esserci altre ragioni, dietro quelle personali, per le quali avrei deciso di non mettere in scena, come previsto, La donna senz’ombra che aprirà la prossima stagione del Maggio. Purtroppo non è così. Nel corso del 2009 mio padre si è ammalato ed è morto due mesi fa, la necessità di stargli vicino il più possibile ha portato dei forti ritardi nella realizzazione del film a cui sto lavorando da anni e questo mi ha reso impossibile studiare l’opera di Strauss con la dovuta cura nei tempi necessari all’allestimento. L’esperienza che ho avuto al Maggio con l’Antigone è stata una delle più felici della mia vita artistica e professionale, e sarei tornato con immensa gioia a lavorare a Firenze su un’opera così bella e con la guida di un grande maestro come Zubin Mehta. I dirigenti del Maggio sono stati comprensivi ed affettuosi nei miei confronti, e di questo li ringrazio molto. Spero tanto che ci sia una nuova occasione in futuro: intanto, a maggio, verrò ad applaudire Yannis Kokkos, artista straordinario. Non poteva esserci scelta più felice, a mio avviso, per mettere in scena La donna senz’ombra.
Cordiali saluti,
Mario Martone
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