Creato nel 2004 per la Compagnia di Balletto dell’Opera di Dresda, il DON QUIXOTE firmato Vladimir Derevianko approda con MaggioDanza, attualmente diretta proprio dal grande virtuoso russo, per la prima volta in Italia, dal 6 al 10 marzo al Teatro Comunale di Firenze.
La figura dell’hidalgo visionario ha conosciuto da sempre grande fortuna coreografica - dopo l’originale ottocentesco di Petipa, nel Novecento ne hanno dato proprie riletture Gorskij, Zacharov, Nureyev, Baryshnikov, fino a quella estrema di Neumeier -, e negli ultimi mesi compagnie blasonate come quella scaligera o dai Paesi dell’est l’hanno presentata con successo nella penisola; ma anche in altri campi il personaggio di Cervantes sembra godere di grande attenzione, come nella versione teatrale di Franco Branciaroli che sta toccando varie città italiane, o come icona della creatività nell’ultimo libro di Stefano Bartezzaghi.
Ora la versione di Derevianko – “comica, romantica, con un tocco voluto di kitsch” –, che si avvale delle scene e dei costumi (prodotti nei laboratori della Sächsiche Staatsoper Dresden) firmati da Roberta Guidi di Bagno e delle luci di Marco Filibeck, si propone come una commedia a lieto fine, diversa anche da quella di Dresda, e ‘prosciugata’ drammaturgicamente rispetto alla irrealizzabile grandiosità del modello originario. Il Don Quixote fiorentino si articolerà in due atti di tre quarti d’ora ciascuna, e in cinque quadri, senza rinunciare all’esecuzione delle musiche dal vivo, con l’Orchestra del Maggio diretta da Alexander Sotnikov per rendere nel loro funzionale splendore le musiche create da Minkus e riorchestrate da Manfred Grafe.
Nei ruoli di Kitri e di Basilio in scena per le prime due recite i primi ballerini dello Staatsballet di Berlino IANA SALENKO, nata a Kiev, e DINU TAMAZLACARU, moldavo, mentre il 9 e il 10 LETIZIA GIULIANI e PAOLA VISMARA si alterneranno al fianco di ALESSANDRO RIGA; Don Chisciotte è UMBERTO DE LUCA, e Sancho Panza a turno GIUSEPPE SAIOLA e PAOLO ARCANGELI.
Per sé Derevianko ha tenuto il ruolo ausiliare di Gamache, il damerino, che fa da spalla a tutti i personaggi e che, dal contrasto anche nell’aspetto fisico con Sancho, fa scaturire la naturale comicità della situazione.
“Saltando il prologo, faccio iniziare l’azione già in una animata piazza spagnola, mantenendo le scene principali come quella del sogno, della taverna, degli zingari: la coreografia è per metà quella orignale, per metà mia ma in stile Petipa. Spero di averne dato un’interpretazione divertente, cui assistere con il sorriso sulle labbra”.
Per integrare la Compagnia di Ballo del Maggio, “così diversa numericamente da quella del Kirov, ma anche di Dresda”, e mettere comunque in scena un grande titolo ottocentesco pur rivisto in chiave moderna, Derevianko ha stretto un’inedita alleanza con la Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala, da cui provengono sei coppie di giovanissimi ballerini under 18 che affiancheranno con bravura e freschezza i colleghi di Firenze, dopo essere stati selezionati fra i tanti allievi dallo stesso Derevianko insieme a Frédéric Olivieri, Direttore della Scuola scaligera, ed aver provato a Milano per settimane, continuando a seguire i corsi, fino a integrarsi dal 23 febbraio con MaggioDanza.
È una collaborazione importante e virtuosa, quella fra le due più importanti Fondazioni liriche italiane: Derevianko ne è fiero,”perché il Maggio non ha una propria scuola di danza né Firenze ha scuole di danza professionali pubbliche cui attingere, mentre quella della Scala è la migliore in Italia: i ragazzi, già nel penultimo e ultimo corso, possono così fare utile pratica in teatro, e la produzione se ne avvantaggia”.
Biglietti da 15 a 40 euro (solo 10 euro con MaggioCard) in vendita alla biglietteria del Teatro e nel circuito Box Office; info tel 055 2779.350.
La figura dell’hidalgo visionario ha conosciuto da sempre grande fortuna coreografica - dopo l’originale ottocentesco di Petipa, nel Novecento ne hanno dato proprie riletture Gorskij, Zacharov, Nureyev, Baryshnikov, fino a quella estrema di Neumeier -, e negli ultimi mesi compagnie blasonate come quella scaligera o dai Paesi dell’est l’hanno presentata con successo nella penisola; ma anche in altri campi il personaggio di Cervantes sembra godere di grande attenzione, come nella versione teatrale di Franco Branciaroli che sta toccando varie città italiane, o come icona della creatività nell’ultimo libro di Stefano Bartezzaghi.
Ora la versione di Derevianko – “comica, romantica, con un tocco voluto di kitsch” –, che si avvale delle scene e dei costumi (prodotti nei laboratori della Sächsiche Staatsoper Dresden) firmati da Roberta Guidi di Bagno e delle luci di Marco Filibeck, si propone come una commedia a lieto fine, diversa anche da quella di Dresda, e ‘prosciugata’ drammaturgicamente rispetto alla irrealizzabile grandiosità del modello originario. Il Don Quixote fiorentino si articolerà in due atti di tre quarti d’ora ciascuna, e in cinque quadri, senza rinunciare all’esecuzione delle musiche dal vivo, con l’Orchestra del Maggio diretta da Alexander Sotnikov per rendere nel loro funzionale splendore le musiche create da Minkus e riorchestrate da Manfred Grafe.
Nei ruoli di Kitri e di Basilio in scena per le prime due recite i primi ballerini dello Staatsballet di Berlino IANA SALENKO, nata a Kiev, e DINU TAMAZLACARU, moldavo, mentre il 9 e il 10 LETIZIA GIULIANI e PAOLA VISMARA si alterneranno al fianco di ALESSANDRO RIGA; Don Chisciotte è UMBERTO DE LUCA, e Sancho Panza a turno GIUSEPPE SAIOLA e PAOLO ARCANGELI.
Per sé Derevianko ha tenuto il ruolo ausiliare di Gamache, il damerino, che fa da spalla a tutti i personaggi e che, dal contrasto anche nell’aspetto fisico con Sancho, fa scaturire la naturale comicità della situazione.
“Saltando il prologo, faccio iniziare l’azione già in una animata piazza spagnola, mantenendo le scene principali come quella del sogno, della taverna, degli zingari: la coreografia è per metà quella orignale, per metà mia ma in stile Petipa. Spero di averne dato un’interpretazione divertente, cui assistere con il sorriso sulle labbra”.
Per integrare la Compagnia di Ballo del Maggio, “così diversa numericamente da quella del Kirov, ma anche di Dresda”, e mettere comunque in scena un grande titolo ottocentesco pur rivisto in chiave moderna, Derevianko ha stretto un’inedita alleanza con la Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala, da cui provengono sei coppie di giovanissimi ballerini under 18 che affiancheranno con bravura e freschezza i colleghi di Firenze, dopo essere stati selezionati fra i tanti allievi dallo stesso Derevianko insieme a Frédéric Olivieri, Direttore della Scuola scaligera, ed aver provato a Milano per settimane, continuando a seguire i corsi, fino a integrarsi dal 23 febbraio con MaggioDanza.
È una collaborazione importante e virtuosa, quella fra le due più importanti Fondazioni liriche italiane: Derevianko ne è fiero,”perché il Maggio non ha una propria scuola di danza né Firenze ha scuole di danza professionali pubbliche cui attingere, mentre quella della Scala è la migliore in Italia: i ragazzi, già nel penultimo e ultimo corso, possono così fare utile pratica in teatro, e la produzione se ne avvantaggia”.
Biglietti da 15 a 40 euro (solo 10 euro con MaggioCard) in vendita alla biglietteria del Teatro e nel circuito Box Office; info tel 055 2779.350.
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