Secondo appuntamento in Cile nella
storia del Maggio: il Teatro Municipal di Santiago, fra i primi per
importanza di tutto il Sud America, sold-out da settimane; il pubblico
ha manifestato grandissimo entusiasmo e apprezzamento per l’Orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da Zubin Mehta; interminabili i
minuti di applauso, carichi di calore e pathos in entrambi i concerti.
Il programma del secondo appuntamento presentava nella prima parte la Sinfonia n° 3 di Ludwig van Beethoven, meglio conosciuta con l’appellativo di Eroica, composta fra il 1802 e il 1804; la seconda parte è stata invece interamente dedicata al ‘nuovo mondo’, con l’esecuzione della Sinfonia n° 9 (del 1893) di Antonín Dvořák.
Il pubblico, con acclamazioni che, al di là del fragore degli applausi, davano voce a ovazioni intrise di commozione, ha indotto il Maestro e l’Orchestra a concedere due encores: le Danze Slave, Op. 46, sempre di Antonín Dvořák e, a seguire, un brano a ricordare l’Italia, perché il Maggio ‘non poteva lasciare il Cile senza eseguire Verdi’ ha esclamato Zubin Mehta richiamato più volte sul podio, dando l’impulso all’Orchestra di intonare la misurata irruenza che contagia, quella dell’ouverture tratta da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi.
‘El Mercurio’, il principale quotidiano cileno, ha pubblicato in data odierna la recensione al primo concerto, confermando il giudizio rivelato dagli applausi e dal pubblico: “Mehta y Florentinos: una perfecta conjunción” di Jaime Donoso, che così prosegue: “Tanto Mehta como la orquesta exhiben una trayectoria de logros y extraordinaria calidad que no necesita presentación. La historia de esta orquesta legendaria se confunde con la de la música italiana, y Mehta es una de las cúspides de la dirección orquestal de nuestro tiempo. Esta feliz conjunción sólo puede producir grandes resultados.”
Il programma del secondo appuntamento presentava nella prima parte la Sinfonia n° 3 di Ludwig van Beethoven, meglio conosciuta con l’appellativo di Eroica, composta fra il 1802 e il 1804; la seconda parte è stata invece interamente dedicata al ‘nuovo mondo’, con l’esecuzione della Sinfonia n° 9 (del 1893) di Antonín Dvořák.
Il pubblico, con acclamazioni che, al di là del fragore degli applausi, davano voce a ovazioni intrise di commozione, ha indotto il Maestro e l’Orchestra a concedere due encores: le Danze Slave, Op. 46, sempre di Antonín Dvořák e, a seguire, un brano a ricordare l’Italia, perché il Maggio ‘non poteva lasciare il Cile senza eseguire Verdi’ ha esclamato Zubin Mehta richiamato più volte sul podio, dando l’impulso all’Orchestra di intonare la misurata irruenza che contagia, quella dell’ouverture tratta da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi.
‘El Mercurio’, il principale quotidiano cileno, ha pubblicato in data odierna la recensione al primo concerto, confermando il giudizio rivelato dagli applausi e dal pubblico: “Mehta y Florentinos: una perfecta conjunción” di Jaime Donoso, che così prosegue: “Tanto Mehta como la orquesta exhiben una trayectoria de logros y extraordinaria calidad que no necesita presentación. La historia de esta orquesta legendaria se confunde con la de la música italiana, y Mehta es una de las cúspides de la dirección orquestal de nuestro tiempo. Esta feliz conjunción sólo puede producir grandes resultados.”
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