Tra mille peripezie e qualche traversia continua la tournée del Maggio Musicale Fiorentino in Sudamerica, tra Argentina e Brasile, sempre riscuotendo successo, con il consenso e l’incredibile calore latino del pubblico e della critica.
Giovedì 16 agosto, a Buenos Aires, presso il Teatro Opera Citi si è tenuto un concerto privato, per 1700 invitati, organizzato e sponsorizzato da Citi Bank (proprietaria del teatro), in occasione dei suoi 200 anni dalla nascita (New York nel 1812).
Venerdì 17 agosto, alle ore 13.00, presso l’Usina del Arte (una vecchia fabbrica di inizio Novecento, destinata ad una compagnia italo-argentina di energia elettrica, convertita in moderno centro per le arti e auditorium) è stato eseguito un repertorio popolare, per quello che è stato un concerto che il Maggio Musicale Fiorentino ha regalato alla città di Buenos Aires, concepito in un primo tempo per piazza St. Martin, tenutosi poi all’Usina del Arte a causa del maltempo e della pioggia.
Il programma ha incluso Egmont, ouverture op. 84 di Ludwig van Beethoven, l’Intermezzo dalla Manon Lescaut di Giacomo Puccini, l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, la Danza Slava op. 46 n. 8 di Antonín Dvořák, la Danza Ungherese n.5 (nell’orchestrazione di Albert Parlow) di Johannes Brahms, l’Adagietto dalla Sinfonia n° 5 di Gustav Mahler, Suite da Carmen (Ouverture, Entr’actes atto II, atto III, atto IV) di George Bizet, e due encores: Por una cabeza di Carlos Gardel e l’ouverture da La Forza del destino di Giuseppe Verdi. 1200 persone hanno applaudito a scena aperta più volte, anche durante l’esecuzione dei brani, l’Orchestra e il Maestro Mehta, con standing ovation, entusiasmo e interminabili applausi, carichi di un temperamento e calore tipicamente latino.
Sabato 18 agosto a Pauliña, presso il Theatro Municipal, il primo appuntamento brasiliano è iniziato con un paio d’ore di ritardo a causa di problemi legati allo sdoganamento degli strumenti.Alcuni professori dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, con grande prontezza di riflessi e di spirito hanno improvvisato per il pubblico gli assoli più belli del repertorio appartenente al loro strumento, così da alleviare il disagio dell’attesa, per i 1300 spettatori, che, pazienti, sono rimasti fino alle fine per ascoltare Egmont, ouverture op. 84 e la Sinfonia n° 3 di Ludwig van Beethoven.
Giovedì 16 agosto, a Buenos Aires, presso il Teatro Opera Citi si è tenuto un concerto privato, per 1700 invitati, organizzato e sponsorizzato da Citi Bank (proprietaria del teatro), in occasione dei suoi 200 anni dalla nascita (New York nel 1812).
Venerdì 17 agosto, alle ore 13.00, presso l’Usina del Arte (una vecchia fabbrica di inizio Novecento, destinata ad una compagnia italo-argentina di energia elettrica, convertita in moderno centro per le arti e auditorium) è stato eseguito un repertorio popolare, per quello che è stato un concerto che il Maggio Musicale Fiorentino ha regalato alla città di Buenos Aires, concepito in un primo tempo per piazza St. Martin, tenutosi poi all’Usina del Arte a causa del maltempo e della pioggia.
Il programma ha incluso Egmont, ouverture op. 84 di Ludwig van Beethoven, l’Intermezzo dalla Manon Lescaut di Giacomo Puccini, l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, la Danza Slava op. 46 n. 8 di Antonín Dvořák, la Danza Ungherese n.5 (nell’orchestrazione di Albert Parlow) di Johannes Brahms, l’Adagietto dalla Sinfonia n° 5 di Gustav Mahler, Suite da Carmen (Ouverture, Entr’actes atto II, atto III, atto IV) di George Bizet, e due encores: Por una cabeza di Carlos Gardel e l’ouverture da La Forza del destino di Giuseppe Verdi. 1200 persone hanno applaudito a scena aperta più volte, anche durante l’esecuzione dei brani, l’Orchestra e il Maestro Mehta, con standing ovation, entusiasmo e interminabili applausi, carichi di un temperamento e calore tipicamente latino.
Sabato 18 agosto a Pauliña, presso il Theatro Municipal, il primo appuntamento brasiliano è iniziato con un paio d’ore di ritardo a causa di problemi legati allo sdoganamento degli strumenti.Alcuni professori dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, con grande prontezza di riflessi e di spirito hanno improvvisato per il pubblico gli assoli più belli del repertorio appartenente al loro strumento, così da alleviare il disagio dell’attesa, per i 1300 spettatori, che, pazienti, sono rimasti fino alle fine per ascoltare Egmont, ouverture op. 84 e la Sinfonia n° 3 di Ludwig van Beethoven.
Ad intrattenere il pubblico e a riscuotere gli applausi e l’apprezzamento per coraggio e bravura, virtuosismo e tecnica, sono stati in ordine di esecuzione: Alberto Negroni (primo oboe), Guy Eshed (primo flauto), Jeroen van der Wel (violino), Ladislao Horváth (concertino con obbligo di spalla), Riccardo Crocilla (primo clarinetto), Anton Tiberiu Horváth (violino).
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