Venerdì 19 ottobre e domenica 21 ottobre 2012, tre grandi interpreti – Salvatore Accardo, Pietari Inkinen, Laura Claycomb –, accompagnati dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, si cimentano in un repertorio assolutamente mitteleuropeo, due pagine novecentesche, composte a distanza di 37 anni l’una dall’altra, che descrivono l’evoluzione del pensiero musicale europeo dall’inizio del ‘900 agli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale. Dell’ungherese Béla Bartók si esegue il Concerto n° 2 per violino e orchestra (composto nel 1938) cui segue la Sinfonia n. 4 in sol maggiore Das himmlische Leben, La vita celestiale (1899 - 1901) dell’austriaco Gustav Mahler.
Un concerto che si apre con un brano composto alla soglia del secondo conflitto mondiale, intriso di quella forte propensione a rielaborare ispirazioni autoctone, propria dell’ungherese Béla Bartók, in un momento in cui dell’Impero austro-ungarico rimanevano solo reminiscenze sbiadite.
Nella Sinfonia n. 4 invece viene rievocato l’Impero Asburgico poco prima della I Guerra Mondiale con chiari riferimenti romantici e popolari: Das himmlische Leben, La vita celestiale di Gustav Mahler, nell’ultimo movimento incornicia Wir geniessen die himmlischen Freuden, un canto o lied estratto da Des Knaben Wundernhorn (Il corno magico del fanciullo), un ciclo di canti popolari, pubblicati in Germania, a cura degli autori romantici Clemens Brentano e Achim von Arnim, ma all’inizio del XX secolo dello spirito romantico tedesco di inizio ‘800 rimanevano solo suggestioni lontane. La più breve fra le sinfonie mahleriane, e fra le prime ad essere conosciute dal grande pubblico, è forse la più serena, intessuta di richiami alla natura, di rimandi popolareschi e di ritmi di danza in atmosfere che richiamano la lezione schubertiana.
Ricordiamo l’appuntamento che precede il concerto della domenica: una guida all’ascolto, nella medesima sede del concerto (Nuovo Teatro dell'Opera), domenica 21 ottobre, ore 15.45 (per la guida all’ascolto ingresso libero fino ad esaurimento posti).
Un concerto che si apre con un brano composto alla soglia del secondo conflitto mondiale, intriso di quella forte propensione a rielaborare ispirazioni autoctone, propria dell’ungherese Béla Bartók, in un momento in cui dell’Impero austro-ungarico rimanevano solo reminiscenze sbiadite.
Nella Sinfonia n. 4 invece viene rievocato l’Impero Asburgico poco prima della I Guerra Mondiale con chiari riferimenti romantici e popolari: Das himmlische Leben, La vita celestiale di Gustav Mahler, nell’ultimo movimento incornicia Wir geniessen die himmlischen Freuden, un canto o lied estratto da Des Knaben Wundernhorn (Il corno magico del fanciullo), un ciclo di canti popolari, pubblicati in Germania, a cura degli autori romantici Clemens Brentano e Achim von Arnim, ma all’inizio del XX secolo dello spirito romantico tedesco di inizio ‘800 rimanevano solo suggestioni lontane. La più breve fra le sinfonie mahleriane, e fra le prime ad essere conosciute dal grande pubblico, è forse la più serena, intessuta di richiami alla natura, di rimandi popolareschi e di ritmi di danza in atmosfere che richiamano la lezione schubertiana.
Ricordiamo l’appuntamento che precede il concerto della domenica: una guida all’ascolto, nella medesima sede del concerto (Nuovo Teatro dell'Opera), domenica 21 ottobre, ore 15.45 (per la guida all’ascolto ingresso libero fino ad esaurimento posti).
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