Nell’anno in cui si ricordano i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, tutti gli appuntamenti di Maggio Cinema, in questa edizione del Festival 2013, sono stati dedicati alle riprese cinematografiche di soggetti shakespeariani, poi fonte di ispirazione anche per lo stesso Verdi.
Lunedì 27 maggio, alle ore 17.30, al Cinema Principe, si affronta il personaggio di Falstaff, che ispirò l’ultimo titolo del compositore di Busseto, capolavoro del 1893, ispirato a Le allegre comari di Windsor e all’Enrico IV.
L’omonimo film consacra il cinquantenne Orson Welles, regista e attore, che nei panni di Falstaff offre una delle interpretazioni più straordinarie di tutta la sua carriera.
"Più studiavo la parte - racconta Welles -, meno mi sembrava allegra. Questo problema mi preoccupò per tutto il tempo delle riprese... Non mi piacciono molto le scene in cui sono soltanto divertente. Mi sembra che Falstaff sia più un uomo di spirito che un pagliaccio... È il personaggio cui credo di più, è l'uomo più buono di tutto il dramma. Le sue colpe sono colpe da poco, e lui se ne fa beffe. È buono come il pane, come il vino. Per questo ho trascurato un po' il lato comico del personaggio: ogni volta che l'ho interpretato mi sono persuaso sempre di più del fatto che rappresenta la bontà e la purezza".
Con Falstaff, Welles vinse il Grand Prix al Festival di Cannes del 1966 e ottenne il plauso della critica e del pubblico europeo, mentre in America il film non ebbe la stessa fortuna.
Tutte le proiezioni di Maggio Cinema, rassegna realizzata in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana-Mediateca, sono a ingresso libero e precedute da una presentazione di Gabriele Rizza.
Lunedì 27 maggio, alle ore 17.30, al Cinema Principe, si affronta il personaggio di Falstaff, che ispirò l’ultimo titolo del compositore di Busseto, capolavoro del 1893, ispirato a Le allegre comari di Windsor e all’Enrico IV.
L’omonimo film consacra il cinquantenne Orson Welles, regista e attore, che nei panni di Falstaff offre una delle interpretazioni più straordinarie di tutta la sua carriera.
"Più studiavo la parte - racconta Welles -, meno mi sembrava allegra. Questo problema mi preoccupò per tutto il tempo delle riprese... Non mi piacciono molto le scene in cui sono soltanto divertente. Mi sembra che Falstaff sia più un uomo di spirito che un pagliaccio... È il personaggio cui credo di più, è l'uomo più buono di tutto il dramma. Le sue colpe sono colpe da poco, e lui se ne fa beffe. È buono come il pane, come il vino. Per questo ho trascurato un po' il lato comico del personaggio: ogni volta che l'ho interpretato mi sono persuaso sempre di più del fatto che rappresenta la bontà e la purezza".
Con Falstaff, Welles vinse il Grand Prix al Festival di Cannes del 1966 e ottenne il plauso della critica e del pubblico europeo, mentre in America il film non ebbe la stessa fortuna.
Tutte le proiezioni di Maggio Cinema, rassegna realizzata in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana-Mediateca, sono a ingresso libero e precedute da una presentazione di Gabriele Rizza.
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