Mercoledì 1° giugno 2011, alle ore 20.30, al Teatro Comunale di Firenze, va in scena la prima assoluta di un dramma rivisitato, all’interno di una cornice musicale e di un balletto ben noto: Il Lago dei Cigni di Pëtr Il'ič Čajkovskij, andato in scena per la prima volta a Mosca nel 1877. Autore della nuova, originale coreografia il canadese Paul Chalmer.
Francesco Ventriglia, Direttore del Corpo di Ballo di Maggio Danza mette in evidenza la flessibilità della compagnia, in grado di affrontare spettacoli contemporanei (Serata Sacra, ad esempio, andata in scena lo scorso marzo), e allo stesso tempo balletti di repertorio, ricchi di un vocabolario classico, molto difficile da un punto di vista tecnico.
La flessibilità e duttilità del nuovo Maggio Danza hanno permesso di forgiare una ballerina, Federica Maine (24 anni), che si troverà a ricoprire per la prima volta un ruolo d’étoile: Il Cigno; sta dunque per nascere una nuova stella dal Corpo di Ballo del Maggio Fiorentino.
Accanto a lei debutta nel Lago dei Cigni Alessandro Riga, étoile ospite residente, che non impersonerà il principe Siegfried (protagonista nella versione consueta del balletto), ma Vladimir, il nipote di Pëtr Il'ič Čajkovskij, quest’ultimo interpretato da Bruno Milo.
La musica meravigliosa di Čajkovskij - eseguita dal vivo dall'Orchestra del Maggio Musicale diretta da Nir Kabaretti - si tramuta dunque nella colonna sonora di una rivisitazione drammaturgica dell’opera, che affronta la biografia del compositore, e della sua passione impossibile per il nipote Vladimir, un dramma che potrebbe averlo costretto al suicidio, all’età di 53 anni (1840 - 1893).
Se le biografie ufficiali menzionano quale causa della morte il colera, la tesi del suicidio trova un appiglio nel fatto che l’arsenico potrebbe produrre una sintomatologia pressoché identica a quella del colera.
Il balletto si trasforma da favola in giallo, con le passioni che si trasformano, in un concatenarsi continuo di metamorfosi: da quelle dei cigni, a quelle della scena circolare, a quelle dell’acqua del lago, che si trasformerà in pioggia, ghiaccio, neve, una delle tante metafore dell’esistenza umana.
La flessibilità e duttilità del nuovo Maggio Danza hanno permesso di forgiare una ballerina, Federica Maine (24 anni), che si troverà a ricoprire per la prima volta un ruolo d’étoile: Il Cigno; sta dunque per nascere una nuova stella dal Corpo di Ballo del Maggio Fiorentino.
Accanto a lei debutta nel Lago dei Cigni Alessandro Riga, étoile ospite residente, che non impersonerà il principe Siegfried (protagonista nella versione consueta del balletto), ma Vladimir, il nipote di Pëtr Il'ič Čajkovskij, quest’ultimo interpretato da Bruno Milo.
La musica meravigliosa di Čajkovskij - eseguita dal vivo dall'Orchestra del Maggio Musicale diretta da Nir Kabaretti - si tramuta dunque nella colonna sonora di una rivisitazione drammaturgica dell’opera, che affronta la biografia del compositore, e della sua passione impossibile per il nipote Vladimir, un dramma che potrebbe averlo costretto al suicidio, all’età di 53 anni (1840 - 1893).
Se le biografie ufficiali menzionano quale causa della morte il colera, la tesi del suicidio trova un appiglio nel fatto che l’arsenico potrebbe produrre una sintomatologia pressoché identica a quella del colera.
Il balletto si trasforma da favola in giallo, con le passioni che si trasformano, in un concatenarsi continuo di metamorfosi: da quelle dei cigni, a quelle della scena circolare, a quelle dell’acqua del lago, che si trasformerà in pioggia, ghiaccio, neve, una delle tante metafore dell’esistenza umana.
Le scene della nuova produzione sono firmate da Italo Grassi, i costumi da Giulia Bonaldi, le luci di Valerio Tiberi, visual designer Sergio Metalli.
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