Ritorna al Teatro del Maggio dal 25 novembre al 3 dicembre nel fortunato allestimento di Mario Pontiggia, il capolavoro senza tempo di Giacomo Puccini: La bohème, dramma ispirato al romanzo francese di metà ottocento Scènes de la vie de bohème (1845 - 1847) di Henri Murger, e ambientato a Parigi nel 1830, all’epoca del re Luigi Filippo. Un’opera molto amata a Firenze, giunta alla ventisettesima edizione dal lontano maggio 1929, quando per la prima volta venne rappresentata al Teatro Comunale.
Larmoyant il melodramma di Puccini, proprio come la fonte, anche se romanzo e libretto (ad opera di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica) non corrono sempre di pari passo e alla fine le pagine di Murger si rivelano più un’ispirazione che una fonte seguita fedelmente nei dettagli: più cinico il romanzo, più romantico e struggente l’esito musicale; più ricco di personaggi (dallo zio Monetti a Sidonia, attrice al Teatro del Lussemburgo, alla cugina Angiolina, da Giacomo a Francine) e di episodi, spalmati in 23 capitoli, lo scritto di Murger; più concisi ed essenziali nella narrazione i quattro atti dell’opera. Lucilla nel romanzo è Mimì, la Lucia di Giacosa ed Illica. Se la caratterizzazione dei personaggi è in alcuni punti identica, nel romanzo e nel libretto, e se alcune analogie sono innegabili, Mimì, protagonista principale, nell’opera è invece la sintesi di donne diverse, il risultato di una chiara fusione fra Mimì e Francine, entrambe in rilievo nel romanzo. Nel libretto non hanno trovato posto le fidanzate di Colline e Schaunard, e altri personaggi maschili, come Barbemuche, lo zio Monetti, il rigattiere ebreo Medici e diversi padroni di casa (lo spettatore vede in scena solo il simpatico cammeo di Benoît). Tuttavia ogni nota di Puccini dipinge in maniera efficace ed indelebile ogni sfaccettatura dell’animo umano e tutte le emozioni dei protagonisti, giovani amanti dallo spirito eroico, dai 18 ai 25 anni.
Si tratta di un’opera di grandissima attualità, assolutamente imperdibile, sia per chi ne sia già appassionato, sia per chi invece desideri scoprirla e vederla per la prima volta. Una storia sempre giovane e dedicata ai giovani, ai loro amori impossibili, alla voglia di emancipazione, al desiderio di affermarsi, all’arte e ad uno sguardo sulla vita pieno di romanticismo e grandi ideali.
Carlo Montanaro dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino ed un cast di altissimo livello: Aquiles Machado e Lorenzo Decaro nei panni di Rodolfo, Simone Del Savio è Schaunard, Carmela Remigio e Yolanda Auyanet si alterneranno nel ruolo di Mimì, Stefano Antonucci e Devid Cecconi nelle vesti del pittore Marcello, Marco Vinco ed Enrico Iori in Colline, Andrea Cortese nella duplice veste di Benoît e Alcindoro, Alessandra Marianelli e Rocio Ignacio nella sensuale Musetta.
Larmoyant il melodramma di Puccini, proprio come la fonte, anche se romanzo e libretto (ad opera di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica) non corrono sempre di pari passo e alla fine le pagine di Murger si rivelano più un’ispirazione che una fonte seguita fedelmente nei dettagli: più cinico il romanzo, più romantico e struggente l’esito musicale; più ricco di personaggi (dallo zio Monetti a Sidonia, attrice al Teatro del Lussemburgo, alla cugina Angiolina, da Giacomo a Francine) e di episodi, spalmati in 23 capitoli, lo scritto di Murger; più concisi ed essenziali nella narrazione i quattro atti dell’opera. Lucilla nel romanzo è Mimì, la Lucia di Giacosa ed Illica. Se la caratterizzazione dei personaggi è in alcuni punti identica, nel romanzo e nel libretto, e se alcune analogie sono innegabili, Mimì, protagonista principale, nell’opera è invece la sintesi di donne diverse, il risultato di una chiara fusione fra Mimì e Francine, entrambe in rilievo nel romanzo. Nel libretto non hanno trovato posto le fidanzate di Colline e Schaunard, e altri personaggi maschili, come Barbemuche, lo zio Monetti, il rigattiere ebreo Medici e diversi padroni di casa (lo spettatore vede in scena solo il simpatico cammeo di Benoît). Tuttavia ogni nota di Puccini dipinge in maniera efficace ed indelebile ogni sfaccettatura dell’animo umano e tutte le emozioni dei protagonisti, giovani amanti dallo spirito eroico, dai 18 ai 25 anni.
Si tratta di un’opera di grandissima attualità, assolutamente imperdibile, sia per chi ne sia già appassionato, sia per chi invece desideri scoprirla e vederla per la prima volta. Una storia sempre giovane e dedicata ai giovani, ai loro amori impossibili, alla voglia di emancipazione, al desiderio di affermarsi, all’arte e ad uno sguardo sulla vita pieno di romanticismo e grandi ideali.
Carlo Montanaro dirige l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino ed un cast di altissimo livello: Aquiles Machado e Lorenzo Decaro nei panni di Rodolfo, Simone Del Savio è Schaunard, Carmela Remigio e Yolanda Auyanet si alterneranno nel ruolo di Mimì, Stefano Antonucci e Devid Cecconi nelle vesti del pittore Marcello, Marco Vinco ed Enrico Iori in Colline, Andrea Cortese nella duplice veste di Benoît e Alcindoro, Alessandra Marianelli e Rocio Ignacio nella sensuale Musetta.
Nessun commento:
Posta un commento