Il Sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Giambrone è stato ascoltato ieri a Roma dalla Commissione Cultura del Senato, dove era stato invitato a presentare le specifiche osservazioni della Fondazione fiorentina in merito al decreto Bondi contro il quale è in atto in tutta Italia la mobilitazione dei lavoratori.
L’audizione costituisce un importante riconoscimento alla peculiarità del Maggio, l’unica Fondazione lirico-sinfonica in Italia ad assommare una doppia attività che la vede realizzare, accanto alle Stagioni di opere, concerti e balletti anche il Festival internazionale da cui prende il nome: negli scorsi giorni la Commissione aveva infatti convocato il Teatro alla Scala, Santa Cecilia e l’Anfols, l’associazione delle fondazioni liriche nelle cui posizioni il Maggio non si riconosce e dalla quale si è sospesa da due anni.
Giambrone, la cui audizione si è svolta separatamente, ha consegnato ai Senatori l’ordine del giorno sul Maggio Musicale approvato martedì scorso dal Consiglio Comunale svoltosi straordinariamente all’interno del teatro, ha illustrato la specificità del Teatro del Maggio, i punti di eccellenza sottolineati anche dai costanti riconoscimenti della critica specializzata – come il recentissimo Premio Abbiati -, lo stato di grave sofferenza che attraversa fin dalla trasformazione in Fondazione di diritto privato, le misure messe in atto per ridurre da 6 a 2,3 milioni di euro il deficit, e le osservazioni sui punti considerati critici del decreto di riforma.
Il primo dei quali è la tendenza alla precarizzazione del lavoro all’interno dei teatro, dove la stabilità è un valore perché consente la crescita nel lavoro quotidiano dei complessi artistici e tecnici, e il mantenimento di quella eccellenza e qualità che lo rende competitivo ed attraente sul piano internazionale; il secondo concerne i criteri cui si ispireranno i regolamenti, di taglio aziendalistico, quantitativo e non anche qualitativo nel valutare la produzione di quella che deve certamente essere un’azienda ma prima di tutto un’industria culturale.
Giambrone si è inoltre dichiarato molto sorpreso dell’abrogazione, nell’ambito del decreto, dell’articolo 1 della Legge 800, quello in cui lo Stato riconosceva la rilevanza sociale dell’attività lirica e concertistica, ricevendo dal Senatore Asciutti l’assicurazione di aver già provveduto a presentare un emendamento per il ripristino di tale fondamentale enunciazione, ed ha infine riconosciuto l’importanza della legge 367, che ha contribuito ad inserire nella gestione delle Fondazioni liriche criteri di economicità, ma è rimasta incompiuta sul fronte della defiscalizzazione dei contributi privati: una norma attesa invano anche nell’attuale decreto, ma quanto mai urgente e imprescindibile.
Al termine della lunga audizione, durata circa cinquanta minuti e costellata da numerose domande e richieste di chiarimento da parte dei Senatori, il Sovrintendente ha incontrato brevemente il Ministro Bondi, che ha espresso parole cordiali di apprezzamento per il lavoro svolto dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
L’audizione costituisce un importante riconoscimento alla peculiarità del Maggio, l’unica Fondazione lirico-sinfonica in Italia ad assommare una doppia attività che la vede realizzare, accanto alle Stagioni di opere, concerti e balletti anche il Festival internazionale da cui prende il nome: negli scorsi giorni la Commissione aveva infatti convocato il Teatro alla Scala, Santa Cecilia e l’Anfols, l’associazione delle fondazioni liriche nelle cui posizioni il Maggio non si riconosce e dalla quale si è sospesa da due anni.
Giambrone, la cui audizione si è svolta separatamente, ha consegnato ai Senatori l’ordine del giorno sul Maggio Musicale approvato martedì scorso dal Consiglio Comunale svoltosi straordinariamente all’interno del teatro, ha illustrato la specificità del Teatro del Maggio, i punti di eccellenza sottolineati anche dai costanti riconoscimenti della critica specializzata – come il recentissimo Premio Abbiati -, lo stato di grave sofferenza che attraversa fin dalla trasformazione in Fondazione di diritto privato, le misure messe in atto per ridurre da 6 a 2,3 milioni di euro il deficit, e le osservazioni sui punti considerati critici del decreto di riforma.
Il primo dei quali è la tendenza alla precarizzazione del lavoro all’interno dei teatro, dove la stabilità è un valore perché consente la crescita nel lavoro quotidiano dei complessi artistici e tecnici, e il mantenimento di quella eccellenza e qualità che lo rende competitivo ed attraente sul piano internazionale; il secondo concerne i criteri cui si ispireranno i regolamenti, di taglio aziendalistico, quantitativo e non anche qualitativo nel valutare la produzione di quella che deve certamente essere un’azienda ma prima di tutto un’industria culturale.
Giambrone si è inoltre dichiarato molto sorpreso dell’abrogazione, nell’ambito del decreto, dell’articolo 1 della Legge 800, quello in cui lo Stato riconosceva la rilevanza sociale dell’attività lirica e concertistica, ricevendo dal Senatore Asciutti l’assicurazione di aver già provveduto a presentare un emendamento per il ripristino di tale fondamentale enunciazione, ed ha infine riconosciuto l’importanza della legge 367, che ha contribuito ad inserire nella gestione delle Fondazioni liriche criteri di economicità, ma è rimasta incompiuta sul fronte della defiscalizzazione dei contributi privati: una norma attesa invano anche nell’attuale decreto, ma quanto mai urgente e imprescindibile.
Al termine della lunga audizione, durata circa cinquanta minuti e costellata da numerose domande e richieste di chiarimento da parte dei Senatori, il Sovrintendente ha incontrato brevemente il Ministro Bondi, che ha espresso parole cordiali di apprezzamento per il lavoro svolto dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
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