lunedì 13 giugno 2011

"La tempesta" del '48 nelle parole di Grassi

Secondo appuntamento con Maggio Parole, in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi nell'ambito del progetto itinerante "Letture di Paolo Grassi e..." curato da Francesca Grassi e da Alessio Pizzech. Martedì 14 giugno, alle 18.00, a Palazzo Strozzi, Alessio Pizzech, Elena D’Anna e gli allievi attori della Compagnia teatrale universitaria Binario di scambio, prendono spunto da La Tempesta di William Shakespeare e dalla rievocazione dello storico allestimento del 1948 al Giardino di Boboli in Firenze; una rievocazione che nasce dal ricordo di un leggendario spettacolo fiorentino e dalla volontà di approfondire il pensiero di Paolo Grassi. Attraverso la presenza di Giulia Lazzarini, Luciano Alberti, Bruno Bartoletti e Leonardo Pinzauti verranno evocati quei legami arcani che legano parola e musica, epos e melos e che albergano spesso in quelle suggestioni che emergono da luoghi ed attori e dai testi che da loro traggono vita, e che indelebili vengono iscritti nelle memorie, collettive e personali.
Curioso segnalare come questo intersecarsi di ricordi, che mirano a richiamare alla memoria il celebre drammaturgo inglese ed il leggendario allestimento del 1948, alla Vasca dei Cigni del Giardino di Boboli, avvenga a 400 anni esatti dalla prima rappresentazione di The Tempest: era il 1° novembre 1611, presso il Whitehall Palace di Londra. Dagli annali del Teatro del Maggio si apprende che il Piccolo Teatro di Milano (che aveva iniziato la sua attività il 2 maggio 1947), portò The Tempest a Firenze alla sua seconda stagione, in occasione dell’11° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, per sette recite, dal 6 al 13 giugno 1948. La regia era quella di Giorgio Strehler, appena ventisettenne e alle prese con il suo secondo Shakespeare (reduce da Riccardo II), le scene quelle di Gianni Ratto, i costumi di Ebe Colciaghi, la coreografia del Corpo di Ballo del Maggio, affidata a Rosita Lupi, sul podio dell’Orchestra del Maggio Ettore Gracis. Alonso, re di Napoli era interpretato da Mario Feliciani, Sebastiano da un giovanissimo Nino Manfredi, Prospero da Camillo Pilotto, Antonio da Gianni Santuccio, Ferdinando da Giorgio De Lullo, Trinculo da Vittorio Caprioli, Calibano da Marcello Moretti, Ariel da Lilla Brignone.
Come ricorda Pier Marco De Santi, nel secondo volume Il Maggio Musicale Fiorentino, I grandi spettacoli: “anche Strehler, come epigono di Reinhardt ed in anticipo su Visconti, ha adoperato il luogo scenico come ‘spazio delle meraviglie’, attorno al quale costruire una regia smagliante di inventiva e di bellezza, in perfetto equilibrio tra rigore stilistico e sobria magnificenza […] un ‘luogo delle meraviglie’ come Boboli, di cui Strehler è riuscito a padroneggiare le suggestioni, non poteva che riportare gesto e parola ad una forza incantata tale da resistere alle soluzioni della natura, ed in essa fondersi ed armonizzarsi”.
A Salvatore Quasimodo era stata affidato il compito di fornire una nuova traduzione del testo.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

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