Era il 5 maggio 1989 quando l’appena trentunenne direttore finlandese Esa-Pekka Salonen (classe 1958) diresse sul podio del Teatro Comunale Pelléas et Mélisande di Claude Debussy, concerto inaugurale del 52° Maggio Musicale Fiorentino.
Oggi, a distanza di 22 anni, Esa-Pekka Salonen, a dimostrazione della lungimiranza di quella scelta, è uno dei direttori più acclamati nel panorama internazionale.
Per il suo ritorno a Firenze, venerdì 17 giugno, alle ore 20.30, dirige la Philharmonia Orchestra di Londra, di cui è direttore principale dal 2008, dopo essere stato direttore musicale della Los Angeles Philharmonic.
L’Orchestra londinese, fondata nel 1945 dall’allora produttore discografico inglese della EMI, Walter Legge, è sempre stata forgiata e diretta da celebri bacchette, da Otto Klemperer a Riccardo Muti.
Salonen e la Philharmonia si presentano alla platea fiorentina con un programma di composizioni molto amate e conosciute dal pubblico, e tali da poter dischiudere tutte le qualità, anche virtuosistiche, dell’orchestra: dalle atmosfere spettrali della Notte sul Monte Calvo (1867) di Modest Musorgskij alle zingaresche Danze di Galanta (1933) di Zoltán Kodály per approdare al mondo onirico e demoniaco della Sinfonia fantastica (1830): un viaggio emozionante, pieno di suggestioni, attraverso un secolo di grande musica.
Oggi, a distanza di 22 anni, Esa-Pekka Salonen, a dimostrazione della lungimiranza di quella scelta, è uno dei direttori più acclamati nel panorama internazionale.
Per il suo ritorno a Firenze, venerdì 17 giugno, alle ore 20.30, dirige la Philharmonia Orchestra di Londra, di cui è direttore principale dal 2008, dopo essere stato direttore musicale della Los Angeles Philharmonic.
L’Orchestra londinese, fondata nel 1945 dall’allora produttore discografico inglese della EMI, Walter Legge, è sempre stata forgiata e diretta da celebri bacchette, da Otto Klemperer a Riccardo Muti.
Salonen e la Philharmonia si presentano alla platea fiorentina con un programma di composizioni molto amate e conosciute dal pubblico, e tali da poter dischiudere tutte le qualità, anche virtuosistiche, dell’orchestra: dalle atmosfere spettrali della Notte sul Monte Calvo (1867) di Modest Musorgskij alle zingaresche Danze di Galanta (1933) di Zoltán Kodály per approdare al mondo onirico e demoniaco della Sinfonia fantastica (1830): un viaggio emozionante, pieno di suggestioni, attraverso un secolo di grande musica.
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